Mancanza d'acqua, anziana di 92 anni costretta a lasciar casa
Gentile Redazione,
mi permetto di scrivervi
...Intervista a Stefano Amato
Intervista a Cosimo Vattimo
Intervista a don Pino Straface
Focus amministrative 2024
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ROMA - Carlo Azelio Ciampi, Presidente emerito della Repubblica, si è spento questa mattina all'età di 95 anni presso una clinica di Roma. Era stato governatore di Bakitalia negli anni Ottanta e successivamente fu scelto dai partiti fuori dal Parlamento per l'incarico a Quirinale. Viene eletto nel 1999 e resta in carica fino al 2016, divenendo il decimo presidente della Repubblica italiana. Prima del 1999, Ciampi fu presidente del Consiglio in un momento di particolare transizione della storia tricolore.
La modernità ha i suoi pro e i suo contro. La tecnologia può essere, senza alcun dubbio, inserita tra i primi. Soprattutto quando non se ne fa un uso esagerato che sfocia irrimediabilmente nell'abuso. Essa permette di risolvere problemi, trovare soluzioni, mantenersi in contatto con persone lontane, coltivare passioni e d hobby. Tra quest'ultimi ce n'è uno che sta diventando un vero e proprio fenomeno. Parliamo di un settore in continua espansione e crescita e che sembra non conoscere difficoltà e crisi, ovvero il gambling.
I dati e le statistiche che emergono dalla recente ricerca condotta da Osservatori.net parlano di una crescita continua, nonostante i limiti imposti da regolamentazioni regionali e dal testo Giochi approvato con la nuova Legge di Stabilità. A fare da traino insieme al comparto terrestre e confermando il legame indissolubile con le nuove tecnologie, troviamo il gioco online. Il successo ottenuto dal segmento non rappresenta qualcosa di inaspettato e sorprendente per gli analisti. Gli esperti del settore avevamo ampiamente previsto tutto questo. Smartphone, tablet, smart tv e altri dispositivi hanno sicuramente favorito l'espansione di questo mondo.
La media è molto pesante e racconta bene, purtroppo, la tragedia quotidiana delle morti bianche nel nostro Paese. Da gennaio a giugno, infatti, sono 461 le persone che hanno perso la vita sul lavoro in Italia: 341 gli infortuni mortali rilevati in occasione di lavoro e 120 quelli in itinere. Un numero drammatico che si traduce in una tragica media di 77 vittime al mese, ossia 19 alla settimana.
Questa la prima mappatura della più recente indagine condotta dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail. Uno scenario come sempre sconfortante in cui l’unico dato positivo è il decremento della mortalità in occasione di lavoro rispetto ai primi sei mesi del 2015 pari al 5,5 per cento.
Caro Franco,
è passato già un mese che tu non ci sei. Se verso un altro viaggio… Il viaggio…
A volte il tempo ci attraversa come onde di mare nel vento e noi siamo stati sempre dei naviganti in ascolto della marea d'altura...
Tu non ci sei più a recitare il Cantico degli amori o la festa dei sorrisi e viaggi nel tuo Viaggio per scoprire isole nuove che vanno oltre Ulisse e oltre Calipso...
Resti l'aquilone che sei sempre stato con le tue verità mai taciute e la tua ricerca di prode guerriero nei sentieri del tutto e nella leggerezza del nulla...
Oltre il Golgota ci sono le pazienze che hanno l'umiltà dei camminatori di deserti...
Forse sei entrato in un tramonto dove le ombre sono luci...
Nel tempo c’è il viaggio o nel viaggio bisogna fare i conti con il tempo? Il tempo cammina sulle e nelle nostre vite. Inevitabilmente. Inesorabilmente. Si fa spazio. Amico mio, caro Franco la vita è sempre fatta di condivisioni e divergenze. Noi ci siamo sempre compresi. Ed ora ascoltami tra le parole e le pause.
Si concede agli spazi in un immaginario che tenta di catturare i sogni, il sogno. Quel tempo sul quale tanto abbiamo discusso.
Il tempo quando entra in quella dimensione del viaggio spirituale, tra l'Esodo e l'Avvento, è sempre un restare nell'Essere e nelle nostre esistenze come miracolo e come pagina contemplante.
Certo, tanti sono gli approcci che possono permettere una chiave di lettura a queste dimensioni che io ho sempre considerato metafisiche, pur nella mia costante disubbidienza alle visioni teologiche (lascia che usi questo termine forte).
Il nostro discutere in questo spazio di anni si è riversato su un argomentare articolato, ma sopratutto aveva un approccio divergente.
In più occasioni ho avuto modo di parlare della poesia di Francesco Fusca, scomparso recentissimamente (Spezzano Albanese, 13 febbraio 1948 – Corigliano Calabro, 30 giugno 2016) e le comparazioni, soprattutto oggi che bisognerebbe cominciare a storicizzare i suoi scritti, sono un fatto necessario per un poeta che ha attraversato e studiato la poesia accanto alle altre arti. Recensendo il libro “Origami” feci proprio questa considerazione.
La poesia di Fusca resta prevalentemente una poesia d’amorosi sensi. La mia lettura tra le pieghe di “Origàmi di Versi e Scatti” di Dario Broch Ciaros e Francesco Fusca potrebbe essere viziata dal mio convivere con la poesia della sensualità di Antoni Garcia. Ma ognuno di noi è attraversato dai vizi. Assurdi o non assurdi perché l’assurdo è un tassello dell’alchimia che vive non in mezzo alla via di mezzo, ma è la via di mezzo che il poeta, l’artista, l’indefinibile ascoltano e traducono in emozioni.
Tutti noi abbiamo un appuntamento nel 2018, cui non possiamo mancare. Esattamente nella primavera di quell'anno ci sarà uno degli eventi più sconvolgenti della storia dell’universo. Il mondo dell’astronomia è già in fibrillazione: due stelle si incontreranno e ciò che accadrà si preannuncia straordinario. Infatti, una stella Pulsar, cioè una pallottola di materia iperdensa che ha la sfacciataggine di contenere in soli 20 km di diametro una massa quasi due volte quella del nostro beneamato Sole e che gli astronomi hanno battezzato J2032+4127, più brevemente J20132, avrà un incontro ravvicinato con una delle stelle più brillanti della nostra galassia MT91213, o semplicemente “Be" per gli amici.
Il quadro, uscito dalle ultime competizioni amministrative di giugno, non mi pare chiaro ed univoco. I risultati dei ballottaggi di ieri, certamente, hanno amplificato la misura dell'insuccesso elettorale del Pd, il quale ha perso 4 capoluoghi di regione su sei. Il Movimento 5 Stelle, non solo ha espugnato, clamorosamente, Roma, sebbene fosse già nell'aria, dopo i vari scandali che avevano coinvolto le precedenti amministrazioni, ma addirittura l'ex capitale d'Italia (Torino), ribaltando l'esito del primo turno (e “mandando in pensione” un importante leader nazionale come Fassino).
Numerose città, amministrate da “giunte rosse” (45 su 90) come Trieste, Grosseto, Novara, Brindisi, Pordenone, Benevento, Crotone ed Olbia hanno cambiato colore. Emblematica la sconfitta di Sesto Fiorentino, comune governato ininterrottamente dal 1899 dalla sinistra, che racconta molto bene l'aria che tira intorno al partito di Renzi.
“Non sono andato nel Vietnam perché credo che ognuno abbia il diritto di vivere tranquillo nella propria casa. Non vedo perché uno solo di noi neri americani che sono privi della loro terra avrebbero dovuto andare a combattere contro chi stava tentando di difendere la propria terra”. Così parlò Muhammad Alì. La leggenda del pugilato ci ha lasciato il tre Giugno scorso. Aveva 74 anni. Era malato di Parkinson. Troppo facile, e forse non del tutto veritiero, sostenere che il combattimento più importante è stato perso da Alì. Perché Alì questa battaglia l’ha vinta, anche solo per il coraggio e la dignità avuti nel mostrarsi malato, ammantato della sua fragilità, così come lo fece della sua forza. Non fu solo un pugile. E’ sicuramente riduttivo parlarne in questi termini.
Il 28 maggio scorso è morto Giorgio Albertazzi, aveva 92 anni. Attore e regista. Ha calcato le scene fino all’ultimo, dimostrando estrema bravura, maestria, lucidità. È stato uno dei primi divi televisivi: acclamato, bello, affascinante, supponente, sfacciato, vanesio. È stato protagonista di letture poetiche e di sceneggiati di grande successo. Nel 1943 aderì alla Repubblica di Salò, nel 1945 fu arrestato per collaborazionismo e trascorse due anni in carcere, grazie all’amnistia voluta da Togliatti fu liberato nel 1947. Albertazzi non rinnegò mai la sua adesione alla Repubblica di Salò, ed è ovvio (e giusto: il fascismo è anticostituzionale, è un crimine non un’ideologia, come sosteneva Pertini) che ciò creò non poche polemiche. Giorgio Albertazzi ha sempre sostenuto di aver combattuto per l’Italia, dichiarando che sia i repubblichini che i partigiani “Hanno abbracciato una posizione di dignità, di morale e di fermezza”.
MONGRASSANO - "È successo di nuovo". È questo il claim che accompagna i festeggiamenti da parte dell'Asd...
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