Mancanza d'acqua, anziana di 92 anni costretta a lasciar casa
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La media è molto pesante e racconta bene, purtroppo, la tragedia quotidiana delle morti bianche nel nostro Paese. Da gennaio a giugno, infatti, sono 461 le persone che hanno perso la vita sul lavoro in Italia: 341 gli infortuni mortali rilevati in occasione di lavoro e 120 quelli in itinere. Un numero drammatico che si traduce in una tragica media di 77 vittime al mese, ossia 19 alla settimana.
Questa la prima mappatura della più recente indagine condotta dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail. Uno scenario come sempre sconfortante in cui l’unico dato positivo è il decremento della mortalità in occasione di lavoro rispetto ai primi sei mesi del 2015 pari al 5,5 per cento.
Altro dato significativo è quello dell’Emilia Romagna che, con 44 infortuni mortali rilevati in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2016, si mantiene in prima posizione, superando il Veneto che si localizza al secondo posto (35 vittime). Al terzo posto scende invece la Lombardia che registra 33 infortuni mortali.
Per quanto riguarda l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa per macro aree, continua ad essere il Sud a registrare il dato peggiore con un indice di 22,1% (per milione di occupati) contro una media nazionale di 15,2. L’indice, sebbene si abbassi nelle altre macroaree, non scende sotto la percentuale del 9,4% registrata al Nord-Ovest.
Anche nel primo semestre 2016, la provincia di Roma, con 13 vittime registrate, continua a condurre la tragica classifica provinciale delle morti in occasione di lavoro.
Il settore economico che registra il maggior numero di vittime (42 pari al 12,3% del totale dei casi di morte in occasione di lavoro) è rappresentato dalle Attività Manifatturiere. Si posizionano al secondo posto le Costruzioni con 41 decessi (pari al 12 % del totale).
Gli stranieri deceduti sul lavoro nel primo semestre 2016 sono 47 (il 13,8 per cento del totale) e le donne 23. La fascia d’età più colpita – che costituisce il 34,9 per cento di tutte le morti rilevate in occasione di lavoro - è sempre quella compresa tra i 45 e i 54 anni. Ma l’incidenza più elevata della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa coinvolge come sempre gli ultra sessantacinquenni.
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