SAN MARCO ARGENTANO - La sindaca di San Marco Argentano, Virginia Mariotti, nella giornata di ieri ha denunciato le criticità del sistema sanitario locale, evidenziando i disagi che i cittadini affrontano quotidianamente e sollecitando interventi immediati. In particolare, ha posto l'attenzione sulle lunghe liste d'attesa, sulle carenze nei servizi essenziali e sulla necessità di garantire strutture adeguate e funzionanti.
«Stamattina, insieme a molti sindaci e amministratori del territorio, ho partecipazione al sit-in organizzato su iniziativa del Comitato per il diritto alla salute della Valle dell'Esaro sul piazzale esterno dell'ospedale “L. Pasteur”». È quanto riportato in una nota diffusa dalla sindaca sulla sua pagina social, dove si legge ancora: «Mentre si attende la realizzazione dell’Ospedale di Comunità e della Casa di Comunità, è necessario tenere alta l’attenzione sui tanti problemi che ci vengono segnalati ogni giorno e che riguardano principalmente le lunghe liste d’attesa, il limitato funzionamento di alcuni servizi, l’assenza di campagne di screening, la necessità di avere un reale potenziamento del punto di primo intervento, gli adeguamenti strutturali di tutto l’immobile. Le risorse destinate alla riconversione in Casa della Salute devono essere utilizzate a San Marco per il fine a cui sono state destinate senza ulteriori indugi! Non è possibile, in un Paese civile, che i pazienti dializzati debbano sottoporsi alle dolorose cure con la paura del blocco degli ascensori (evenienza che si verifica molto spesso) e, dopo diverse ore trascorse in reparto, scendere dal terzo piano nelle condizioni che chiunque abbia un senso di umanità può immaginare. Molti di loro hanno difficoltà a deambulare e devono essere portati di peso dai familiari o dai volontari. Sentiamo spesso parlare di prevenzione e tutti ne comprendono l’importanza. E poi dobbiamo prendere atto che nel nostro consultorio familiare possono essere effettuati solo 20 pap test al mese, con lunghe liste d’attesa in un ambito territoriale di quindici Comuni: questo significa costringere molte donne, in gran parte di condizioni economiche disagiate, a non fare prevenzione».