SPEZZANO ALBANESE - In attesa della definizione delle liste in campo per le prossime elezioni amministrative locali, urge segnalare delle questioni da affrontare (che in parte esulano dalla diretta sfera di competenza degli amministratori), ormai non più procrastinabili:
1. Il fenomeno progressivo dello spopolamento della cittadina arbërshe che le statistiche demografiche alla mano prevedono nell'anno 2030 una popolazione di circa 6.000 abitanti, con un'età media di circa 48-49 anni (oggi 45,7) e la fascia anziani pari a oltre il 30%.

2. Riduzione dei servizi ai cittadini, collegato alla desertificazione dei piccoli centri, processo comune a tutti i paesi del sud d'Italia, nonché al restringimento dei trasferimenti statali (vedi perdita autonomia del Liceo Vittorio Bachelet e soppressione dell'Ufficio del Giudice di Pace di Spezzano Albanese).
3. Processo di costante impoverimento generale delle famiglie spezzanesi il cui reddito, al momento, risulta inferiore a quello medio provinciale; il tasso di mortalità delle attività produttive è superiore alla media regionale, mentre il deprezzamento immobiliare è sempre crescente, considerato che il valore medio di un bene residenziale a Spezzano Albanese è pari ad euro 545 al mq, rispetto la media provinciale che si aggira intorno ad euro 935 al mq.
4. Pericolo crescente del fenomeno della criminalità organizzata, essendo l'area arbërshe ai confini interni del crocevia dei grandi traffici del mercato degli stupefacenti.
In questo difficile contesto dovranno agire gli amministratori, chiunque siano, i quali non hanno più a che fare con la “Las Vegas Arbëreshe degli anni Ottanta”, fiore all'occhiello della comunità albanofona calabrese. Essi dovranno fare i conti con un paese in grave crisi identitaria le cui cause, in realtà, affondano le radici in lontane e complesse vicende economiche, sociali e politiche del comprensorio, tante volte rimarcate sulle colonne di Diritto di Cronaca.
Chiunque vada, comunque, ha l'obbligo di far cambiare passo al paese, essendo in tempo (ancora per poco!) per reagire, a condizione che sfrutti interamente le proprie risapute risorse precipue, oltre che bandendo seriamente alcune pratiche degenerative passate (e purtroppo pare tuttora presenti) come l'improvvisazione politica, il familismo lobbistico ed il democraticismo retorico.
Le forze civiche esistenti, come primo passo nella direzione di un clima rinnovato e rigenerato, avrebbero il dovere, oltre che la responsabilità, di offrire una semplificazione del quadro politico, anche alla luce del sistema elettorale maggioritario, mettendo in condizione i cittadini di poter scegliere tra opzioni programmatiche nette e chiare.

Come?
Spetterà ai competitors spiegare come sarà la Spezzano Albanese futura che intendono costruire.
Nel frattempo, al fine di conoscere i programmi dei partecipanti la prossima campagna elettorale, mi permetto di sottoporre alcune domande:

1. Quali sono le risorse del paese su cui puntare (e come) nell'ottica di un rilancio della comunità arbërshe?
2. Il fattore albanesità sarà centrale e in che termini nell'azione amministrativa?
3. Le Terme, ormai, zavorra economico-finanziaria del paese, saranno vendute oppure cedute alla Regione Calabria?
4. Il comune di Spezzano Albanese è in grado di garantire i servizi essenziali ai cittadini oppure in che termini intende avviare processi di collaborazione con altri comuni e/o enti?
5. Quali progetti per lo Scalo?
6. L'ufficio del Giudice di Pace di Spezzano Albanese, alla luce della riforma, sarà oggetto di riapertura?

Mi fermo qui per ora. Domandare è legittimo rispondere è cortesia.

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