UN CAVALIERE SENZA PAURA. Francesco Fusca, amico carissimo, da sempre ha posto al centro della propria riflessione pedagogica e didattica la Scuola del belpaese. Insegnante, Direttore didattico, Ispettore ha costruito nel tempo impianti teoretici ed empirici - documentati da un’instancabile produzione saggistica - per il mondo dell’istruzione: con uno sguardo che ha sempre intercettato anche la sua dimensione politica, civile e utopica. Le pagine che documentano il Saggio attraversano il quadriennio 2009-2012 e raccolgono le tante sue riflessioni e proposte destinate al possibile avvento di una Scuola democratica, inclusiva, conviviale e dal pensiero plurale.
In queste righe, ci soffermiamo sul suo grido di Munch - che è anche il nostro! - lanciato al cielo dell’istruzione dell’obbligo e del postobbligo perché non abbassi mai la guardia a protezione dell’alfabeto scritto: una testualità sempre più accerchiata, oggi, da tribù mercantili che intendono impadronirsi per sempre del suo scalpo.
IN DIFESA DELLA SCRITTURA. In proposito, rivolgiamo a Francesco Fusca un doppio ringraziamento.
• PRIMO PLAUSO. Fusca denuncia - senza se e senza ma - che siamo nel guado di una stagione in viaggio nel Ventunesimo secolo sempre più indifferente alla produzione scritta quale codice ineludibile per dotare le giovani generazioni sia di un pensiero/plurale (antidogmatico), sia di solidi apparati culturali (teste-ben-fatte).
Come dire. E’ compito di coloro che per professione sono a contatto con le nuove generazioni di tenere in vita ed valorizzare la parola scritta, a partire dalla narrazione autobiografica: tendenzialmente ermeneutica e creativa. Rinforziamo il concetto. La Scrittura rischia non poco la cassa-integrazione in una società sempre più asfaltata e catramata dal codice iconico ed elettronico.
• SECONDO PLAUSO. In proposito, Fusca denuncia una tragica deriva. Le prime stagioni della vita stanno scivolando nella palude dell’ignoranza (abitata da menti/coccodè) dove non potrà mai avere vita il pensiero-che-pensa e il cuore-che-sogna. I suoi fondali melmosi, presidiati dalle multinazionali mediatiche, catramano senza scampo sia l’intelligenza, sia i sogni dei bambini e dei giovani. Parliamo della tritura di notizie e di pasticche informative mai nobilitate da “idee”. Sul banco degli imputati siedono impassibili i telegiornali, gli intrattenimenti pomeridiani e i quiz serali che spacciano la memoria per cultura. In altre parole. Il Mediatico ci inonda di cachet cognitivi dei quali non sappiamo che farne: purtroppo, la loro “invasività” non permette di porli in soffitta nel baule delle cianfrusaglie.
Questa, la catastrofe culturale di cui vorremmo fosse consapevole - facendosene carico - il mondo della Scuola.
Sta irrompendo nel bel/Paese un popolo di teledipendenti i cui comportamenti - affettivi, sociali, morali - sono quotidianamente coniati dall’industria massmediatica. E’ l’umanità sognata della Destra populista, incolta e padronale, che dal duemila ha costretto la Scuola di casa nostra a venerare tre parole d’ordine aziendali: la meritocrazia, la competitività e il signorsì. Come dire, siamo stati assordati da trombe/villane simbolo dell’ignoranza! Queste, hanno aperto la strada ai nuovi barbari. Anzi, agli “imbarbariti” che Eugenio Scalfari ha ripetutamente segnalato ai giovani per il disprezzo che rivolgono alla tradizione culturale delle nostre terre mediterranee: meridiane e solari.
Dunque, la Scuola. Non resta che aggrapparsi al sistema pubblico di istruzione perché - lo si voglia o no - é l’ultima trincea a difesa della Conoscenza e della Cultura. Per questo, vorremmo sentire squillare le sue/campane: le sole in grado di dare musicalità alla Formazione delle giovani generazioni. Se il nostro Paese, fonte millenaria di un pensiero umanistico e scientifico, non investirà urgentemente sui contro/poteri del Mediatico - la Scuola, l’Università e l’Arte - rischierà moltissimo. Sia di allargare la forbice tra cittadinanza colta e incolta, sia di rinunciare al ruolo di sentinella a difesa del soggetto/Persona. Il solo in grado di rimuovere l’incubo di un soggetto/Massa titolare di un encefalogramma piatto. Questo, darà via libera all’avvento di un’umanità priva di una mente capace di selezionare un’informazione elettronica e mediatica che manomette - ora dopo ora - l’orologio della nostra vita culturale, sociale e sentimentale.