l utilit dellinutileNon è vero, neanche in tempo di crisi, che è utile solo ciò che produce profitto. Purtroppo, come scrive Nuccio Ordine, Professore ordinario di Letteratura Italiana nell’Università della Calabria ed autore del bestseller “L’utilità dell’inutile”, nell’universo dell’utilitarismo un martello vale più di una sinfonia, un coltello più di una poesia, una chiave inglese più di un quadro: perchè è facile capire l’efficacia di un utensile mentre è sempre più difficile comprendere a cosa possano servire la musica, la letteratura o l’arte.

Bnl

Ordine in questo preziosissimo saggio ci ricorda come tutti i pensieri che hanno rivoluzionato la storia erano (in apparenza) inutili. Attenzione: non inutili nel senso di non necessari, inutili nel senso di liberi dall’idea del profitto. Utili, quindi, ad uno scopo più alto che nulla aveva a che fare con l’arricchimento economico. L’ ossessione del possesso e il culto dell’utilità finiscono per creare danni irreversibili e spingere al conformismo, eliminando la gratuità e l”’inutile”, uccidendo quei “lussi” ritenuti superflui, difficilmente l’homo sapiens potrà rendere più umana l’umanità perciò questo saggio è da considerarsi un invito a ripartire dall’inutile. L’autore resta sullo sfondo rispolverando teorie di grandi come Wittgenstein e Calvino, ma trova un pensiero estremamente moderno e calzante in Abraham Flexner, che nel suo affascinante saggio, ricorda come anche le scienze ci insegnino l’utilità dell’”inutile”. Gli esempi che fa Ordine sono tanti, concreti e socialmente spaventosi: dall’Università che impone un ragionamento di stampo economico tra debiti e crediti formativi, o ancora il mondo sanitario in cui si prescrivono analisi e operazioni inutili in nome dei numeri che garantiscono fondi, fino alle speculazioni edilizie, alla compravendita di voti, di successo e perfino dignità. Quando l’utile diventa il fine e smette di essere il mezzo, dobbiamo fermarci e pensare che non possiamo mercificare tutto. Il libretto si sofferma sull’errore di credere nell’idea che tutti e tutto si possa comprare. La conoscenza non si può comprare ed essa è la sola capace di costruire coscienza civile. La cultura si conquista con un sacrificio che tu e solo tu come individuo puoi fare, e soprattutto non impoverisce mai ma arricchisce e libera. Secondo Ordine l’unica via d’uscita è una visione dell’economia che si muove in funzione del sapere, del conoscere, del capire. Perché solo l’inutile ci salverà. In ogni caso, non c’è nel libro una contrapposizione tra utile e inutile, ma un’ esaltazione dell’inutile poiché oggi viene disprezzato e i risultati di questo disprezzo si vedono chiari in questo “secol superbo e sciocco” (per dirlo alla Leopardi). Chi legge il libro capisce che non possiamo fare a meno della musica, dell’arte, della bellezza, della letteratura, ma che sempre di più stiamo educando delle generazioni che perdono la sensibilità su queste cose poiché l’unica cosa che siamo in grado di insegnare è che tutto passa attraverso il denaro che uno guadagna, che persino l’onore di una persona vale meno del denaro che uno può avere. Dobbiamo capire quelle circostanze in cui l’utile è inutile e noi crediamo, in un’accezione consumistica, che sia utile. Dobbiamo capire che l’unico modo per combattere la corruzione mondiale è difendere la cultura che dà la possibilità di essere uomini migliori. C’è un doppio intreccio che bisogna tener in mente nel leggere questo saggio: c’è un incrocio tra l’utile virtuoso e l’inutile apparente da cui si parte, e un incrocio tra l’utile virtuoso e l’inutile apparente a cui si arriva. Di questa scuola dell’inutile non ci resta che sperare che abbia sempre più scolari. Un libro da leggere come guida per affrontare l’attuale periodo storico azzannato da crisi morale ed economica.

Titolo del Libro: L'utilità dell'inutile. Manifesto
Autore : Nuccio Ordine
Editore: Bompiani
Collana: Saggi, 12° edizione     
ISBN: 9788845274480

L'Editoriale

Siamo pronti al cambiamento?

Quando nel mese di marzo del 2009 cominciai a pensare a un servizio di informazione per “il mio” territorio, ricordo che condivisi subito la cosa con il caro amico Raffaele Fera. Più avanti di me nell'età e ormai in pensione, non solo mi appoggiò...

Parresia

San Marco Argentano: la sanità pubblica che muore per rinascere privata

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Mala tempora currunt

L'angolo del Libro

Tu ami troppo o troppo poco?

Gusto e Benessere

Tartare di pesce spada con frutta fresca e quinoa

Banner Sidebar 2

banner prova sidebar