I
figli sin dalla più tenera età fanno di testa loro, si sa, ciò riguarda tutti gli aspetti della loro esistenza, a maggior ragione qualcosa che li riguarda indiscutibilmente, come la scelta dei giocattoli. Durante un divertente e stancante tour de force al mercatino fra la ricerca ossessiva di libri e fumetti per noi e giocattoli per Ginevra si è palesata dinanzi ai nostri occhi lei, il nemico numero uno di ogni mamma femminista: la Barbie.
Lei che malgrado gli anni che passano non subisce le intemperie del tempo e degli anni: sempre magra e splendida. Lei che io ho nascosto sotto un cagnolino di peluche. Lei che malgrado i miei tentativi maldestri di occultarla ha subito catturato le simpatie di mia figlia (è la vecchia storia della gatta morta), lei che ha spodestato il cagnolino di peluche ed è tornata, con mia buona pace, a casa nostra. Nella cesta da giochi di mia figlia. In realtà anche io da bimba di Barbie ne ho avute tante…. Ma poi ho maturato una coscienza, forse per Ginevra sarà così, in ogni caso lei rivendica il suo diritto alla scelta (e ciò mi sembra di buon auspicio).Tornando a casa Ginevra attratta da un rumore si è fermata, rapita a guardare un signore con la saldatrice. Ci siamo fermate tutte due. Osservando lo stesso orizzonte, la stessa direzione. Io ho accarezzato un ricordo, così dolce, così mio, così profondo. Ho rivisto una me stessa bambina ed un uomo, mio padre, ed un’officina, ed una saldatrice. Ginevra attratta chissà perché, io, in questa vita così cangiante, ho ritrovato un pezzo della mia infanzia. Il tempo si è fermato per un attimo, dolce e malinconico, accompagnato da tutte le sfumature del ricordo. E poi Ginevra mi ha sorriso, l’ho presa per mano, e ci siamo dirette verso casa, con la borsa stracolma di giocattoli, e l’anima di ricordi. Il viaggio continua.
