Dov’è finita Bridget Jones? La “mia” Bridget Jones? Dissolta. Sparita, fra nuvole di botulino e/o lifting. Trentenne, fumatrice, con qualche chilo in più, sicuramente non astemia, anzi, un po’ imbranata. In una parola sola: adorabile! Così lontana dalla (nauseante ed anche stancante) perfezione. Così lontana da regole bon ton e canoni imperanti, come se la bellezza fosse questione di centimetri. Come se l’essere, invece, una bella persona fosse una questione di negazione della propria spontaneità ed essenza.
Un continuo “Grazie, prego, scusi”. Bridget Jones, con la sua irresistibile simpatia, è stata il riscatto di tutte le trentenni normali. E non bambole. Né educande. Così adorabilmente umana. Così meravigliosamente imperfetta. E, diciamolo, così bella. Ma non la retorica della bellezza che viene da dentro, ma bella. Non stereotipata. Non taglia 42 (né tanto meno 40 o 38). Non perbene a tutti i costi. Non salutista. Pasticciona, sorriso solare, ironica, divertente, non super sensuale, non per forza ingabbiata da pizzi e merletti. Non con le gocce di Chanel numero 5, ma con il pigiamone (ed anche i mutandoni della nonna). E bionda (il che non guasta mai). Così unica da conquistare Hugh Grent e Collin Firth. E scusate se è poco… Questa Bridget Jones è stata sostituita dalla vera Renèe Zellweger, che, forse, contrariamente al suo personaggio, è meno ironica e più stereotipata. Ed ha ceduto a troppi (cattivi) chirurghi. Che l’hanno trasformata. Peggiorandola. Molto. E non è un giudizio morale. Odio i dibattiti moralistici sulla chirurgia (uu ogni argomento in realtà). E’ un parere. Estetico. Mi verrebbe da dire che fine ha fatto Bridget Jones??? E va bene che non siamo tutte come Anna Magnani, che adorava le sue rughe, ma da Bridget Jones mi sarei aspettata ben altro comportamento. Meno conformista. Più libero. E leggero. Perché il saper volare oltre gli stereotipi di magrezza/viso senza espressione/bon ton, oltre ad essere l’essenza della libertà, è più divertente. E in ogni caso quel fascino, e quello sì che viene da dentro, come quella eleganza, che non è perfezionismo (la perfezione sia fisica che nei modi è statica. Annoia. Non affascina) non potrà mai dartelo nessun chirurgo. Né nessun abbinamento perfetto “scarpe/vestito”. Il fascino, se ce l’hai, riesci a trasmetterlo anche con i colori (non proprio tipo clown) buttati un po’ a caso. Con il trucco non perfetto. Ed i capelli al vento. E’ quel qualcosa che o hai o non hai. E lei, mia adorata Bridget Jones, ne aveva. Da vendere.