SPEZZANO ALBANESE - E' veramente complicato e difficile esprimere un mero giudizio politico sull'attuale campagna elettorale locale che si è aperta formalmente nella giornata di ieri.
In questo momento, certamente, è prevalente la confusione ed il disorientamento degli elettori difronte l'inedito panorama di proliferazione di competitors alla guida della città albanese.


Contrariamente alle aspettative, purtroppo, non è prevalso l'equilibrio, il senso di responsabilità, il buon senso ovvero il pragmatismo, che dovrebbero sorreggere ogni azione politica, ma, viceversa, dinamiche distruttive. Sicuramente una sintesi avrebbe, di conseguenza, sfoltito gruppi, gruppetti, cespugli e qualche ramo secco, generando una semplificazione del quadro politico locale, mentre si è innescato un processo inverso, il cui effetto domino ha prodotto un'offerta elettorale superiore rispetto al fabbisogno ordinario del paese, sviando il dibattito politico dalle reali problematiche.
Tutto ciò potrebbe rendere inutile la competizione elettorale, che resta, sempre e comunque, uno dei principali strumenti per catalizzare uomini e idee in favore delle società strutturate in modo democratico.
Senza vis polemica, mi pare che Spezzano Albanese, negli ultimi quarant'anni, da paese per antonomasia “dei guelfi e ghibellini” (Tursiani-Antitursiani), del “familismo lobbistico”, è diventato il paese di “Biancaneve e i sette nani”, essendo otto i candidati alla carica di Sindaco di cui, per prima volta nella storia, una donna,  la dott.ssa Catia Gambaro (Lista “Il Cambiamento”), risulta aspirante primo cittadino.
Altrettanto storica la presenza di una lista (“Azione giovani”) composta dalla stragrande maggioranza di essa da cittadini non residenti nella cittadina arbëreshe, nonché ispirata, a detta dei media, da soggetti e forze esterne alle dinamiche locali. Dodici posti, quindi, di consigliere comunale da assegnare per circa 100 concorrenti.      
Quinta volta consecutiva che il dott. Nociti Ferdinando, segretario del PD locale,  prova l'assalto a “Palazzo Don Bosco” alla guida della lista civica “Sindaco Nociti - Impegno e passione”, avendo, peraltro, come diretti avversari i vecchi compagni d'avventura, Ferdinando Iannuzzi (elezioni 92-94-99-2004 e 2009) con “Spezzano Tradizione e Futuro”, il dott. Camillo Mancioli (elezioni 92-94-2004) con “Cambiare pagina”, il dott. Alfonso Guido (elezioni 2009) con “Spezzano Domani”, nonché il giovane dott. Luigi Serra con la lista collegata “Spezzano in Movimento”.
La gara elettorale, verosimilmente, se la contenderanno alla pari i predetti leaders locali (Serra- Iannuzzi- Guido- Mancioli e Nociti), i quali hanno messo in pista delle liste di candidati, improntate all'insegna del rinnovamento anagrafico (90% nuovi), dei titoli di studio (circa la metà sono laureati) e dalla agguerrita presenza femminile, favorita da una legge dello stato.
Comunque, nonostante la nutrita partecipazione dell'elettorato passivo, grande assente in questa sfida elettorale, resta la Politica!  
Nessun competitor, difatti, si ispira ovvero è collegato al circuito dei partiti o dei movimenti politici nazionali, all'infuori del movimento capeggiato da Francesco Barbati.
L'impressione prevalente, quindi, rimane quella di un'offerta politico-programmatica insufficiente, carente di idee forti, funzionali al rilancio del paese o almeno delle linee guida idonee, finalizzate ad arrestare la decadenza e il declino della comunità.
Da una rapida disamina, le formazioni contendenti appaiono complessivamente deboli, giammai, costruite su basi programmatiche, sull'esperienza politica, l'impegno civile, nonché il riconoscimento di un ruolo nella società da parte dei candidati, ma, nella maggior parte dei casi, riempitive, estrinsecazione del mero protagonismo, della voglia spasmodica di passerelle o di spiccioli interessi di bottega oppure del tradizionale familismo lobbistico nostrano di non voler lasciare spazio al merito ed alle competenze.
Per cui è prevedibile come risultato finale, comunque vada, un consiglio comunale fragile ed inconsistente, non attrezzato a svolgere pienamente il ruolo di indirizzo e controllo politico-amministrativo a cui è preposto.
Su tali premesse (frammentazione politica), molto probabilmente (anzi quasi certamente), il futuro Sindaco del paese arbëreshe sarà il rappresentante soltanto di una minoranza organizzata e per nulla della maggioranza della comunità, generando di riflesso criticità ed ulteriore instabilità politica.
Perciò si rischia seriamente di eleggere il 25 maggio istituzioni locali precarie: con un  primo cittadino politicamente debole (espressione di una minoranza), coadiuvato da un organo consiliare debole, inidoneo ad affrontare l'attuale situazione economica finanziaria di pre-dissesto, a garantire i servizi essenziali alla cittadinanza (rifiuti-acqua, scuole, manutenzione), nonché gestire le questioni irrisolte delle Terme, del Piano strutturale e dello sviluppo economico.
Faccio a tutti i candidati a sindaco e a tutti gli aspiranti consiglieri i miei auguri.
Che vinca il migliore.
Anzi che vinca questa volta Spezzano Albanese.

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