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Alcide Simonetti rNon tutti, forse, sono a conoscenza del fatto che il 22 aprile 2015 il Ministro di Grazia e Giustizia (Orlando) ha decretato la cessazione delle attività dell'Ufficio del Giudice di Pace di Spezzano Albanese, accorpandolo a quello di Castrovillari. Dal mese di luglio tutti i processi civili e penali incardinati presso il Giudice Onorario di Spezzano Albanese, oppure quelli di nuova iscrizione, saranno celebrati nella cittadina del Pollino.


Il comune arbëresh, dopo circa due secoli, è stato spogliato di un'istituzione civile essenziale!
Con il predetto decreto ministeriale è stata cancellata -tout court- la storia di un presidio di Giustizia che tanto ha contribuito al progresso civile, al prestigio, nonché alla centralità del paese albanese nel comprensorio.
Senza “Presidio Giudiziario” certamente la storia del Municipio albanofono più grande d'Italia sarebbe stata differente!
Com'è noto, in effetti, è stata veramente significativa ed edificante la storia dell'anzidetto ufficio Spezzanese, sede giudiziaria, già, ai tempi del Regno delle Due Sicilie, ove il “Giudice del Circondario” ha amministrato la giustizia civile e penale della circoscrizione (Spezzano Albanese, San Lorenzo del Vallo, Tarsia e Terranova da Sibari), continuandolo, successivamente, con l'annessione al Regno d'Italia.
La Pretura Spezzanese, durante il regime fascista (ed anche dopo), ha interpretato un ruolo di autonomia e indipendenza. Nelle aule giudiziarie, frequentate dai maggiori giuristi (giudici ed avvocati) calabresi del tempo, si è respirata libertà, umanità e civiltà, riscattando (nel suo piccolo) l'Onore della Magistratura italiana. Difatti, con l'introduzione delle leggi razziali (1938) e la costruzione del Campo di Ferramonti di Tarsia, ove sono stati internati cittadini, stranieri, ebrei, apolidi, antifasciti, la giurisdizione faceva capo alla Pretura di Spezzano Albanese che, nei confronti dei predetti “ospiti”, ha tenuto un atteggiamento di equità, non compiacendo affatto il regime, né l'autorità che sovrintendeva il campo.
Negli ultimi decenni l'ufficio del Giudice di Pace ha tutelato i diritti e interessi dei cittadini-consumatori del territorio con grande efficienza e perentorietà, ma tutto ciò non è servito al mantenimento di esso.
La spending review ha inferto un colpo fatale alla comunità le cui conseguenze negative verranno percepite a medio-lungo termine, avendo tagliato i ponti con l'esterno, nonché avviato un processo di marginalizzazione.
Non è stato soppresso un soltanto servizio (come banalmente molti sostengono), bensì un “presidio di legalità” e, soprattutto, un “presidio di civiltà”, essendo le aule giudiziarie luoghi simbolo, espressione di uno Stato di diritto, fondato sulla regolazione pacifica delle controversie dei diritti ed interessi dei cittadini, abiurando ogni forma di violenza e prevaricazione.
Tale soppressione sarà un'autentica mutilazione dello spirito civile della comunità.
Per tali motivi, senza alcuna vis polemica, faccio un appello pubblico al Sindaco di Spezzano Albanese, affinché presenti istanza di ripristino dell'Ufficio soppresso, entro il 30 luglio 2015, per come previsto dalla Circolare del 12 maggio 2015, in modo da scongiurare tale iattura. Spezzano non può morire, senza, almeno, combattere!

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