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SPEZZANO ALBANESE - «Questa sera alle ore 20.30 si terrà il comizio della lista...». Quante volte in questo mese, soprattutto a Spezzano Albanese, una comunità con nemmeno 8mila anime (e circa 5mila aventi diritto al voto) e ben 8 liste (per un totale di 104 candidati), abbiamo sentito gli annunci per le strade cittadine? Un leitmotiv che ormai è stato impresso nelle menti dei cittadini, quasi come una cantilena antica che torna alle orecchie a mo' di una jingle musicale.

Bnl

Ebbene ci siamo. Anche per questa insistente roulette di voci e di suoni è giunta la fine. Sì, perché oggi si chiude la campagna elettorale e le automobili (più o meno alla moda), con casse, amplificatori e altoparlanti a tutto volume, andranno in pensione per dar spazio alla quiete che ci accompagnerà, se tutto va bene, per un lustro.
Una campagna elettorale, quella del 2014, che a Spezzano sarà ricordata per alcuni record: il numero dei candidati in primis, la prima donna candidata a sindaco (almeno per la memoria che abbiamo della storia locale), il numero di candidati giunti da fuori per “provvedere al bene di Spezzano”, il numero di promesse fatte dai palchi e anche fatte nelle case dei cittadini, la partecipazione della popolazione (che non si vedeva così numerosa per le strade del paese da tantissimi anni), ma anche il numero di citazioni sbagliate e strafalcioni di ogni genere. A questo vogliamo aggiungere, con simpatia e il sorriso sulle labbra, le promesse di “non fare promesse” e di “non parlare degli altri”. Ebbene, abbiamo sentito interi comizi volti ad accusare la controparte e, guarda caso, a promettere “chiù pilu pi tutti” (come direbbe il più volte citato Cetto Laqualunque). E anche questo rientra nei record di questa folle, simpatica, ridicola campagna elettorale, caratterizzata anche da “minacce e bustarelle” che tutti hanno denunciato sui palchi e nessuno alle autorità competenti...
Un record però ci è piaciuto, ossia quello di vedere tantissimi volti nuovi, tutti uniti nello stesso principio di volersi adoperare per il bene del paese. Un concetto che come cittadini dovrebbe farci tanto piacere. Il condizionale è d'obbligo, ovviamente, considerato che su otto liste solo una sarà vincente. E allora ci chiediamo: che fine faranno tutti gli altri candidati? In tal senso ci viene in mente di fare un appello a quelli che saranno i perdenti: se ciò che avete detto sui palchi era vero, rimanete in campo e date vita ad azioni che servano a tirare su le sorti del paese, quello stesso paese che avete detto più volte di amare. Dimostratecelo! E' questa una buona occasione per farci vedere che siete credibili. Non bisogna essere amministratori per fare Politica (alla Platone maniera) ma onesti cittadini con l'intento unanime di provvedere al bene comune.
Un altro aspetto molto importante di questa campagna elettorale è stato, come detto, la grande partecipazione di popolazione. Finalmente le strade si sono ripopolate e la gente, per quel che è stato possibile, ha rianimato i locali e l'economia. Anche le case sono state “invase” da un via vai di persone pronte a chiedere il voto, con l'arte di esperti ragionieri pronti a prendere nota sul proprio taccuino “per far quadrare i conti”. Il rammarico più grande, però, è stato quello di aver sentito sparare a zero su tutti i candidati della contro parte. Dedicare più tempo a raccontare “le malefatte” degli altri piuttosto che parlare del proprio programma è stato deleterio, soprattutto per chi è venuto da fuori a proporsi fin qui. E se è vero che l'Ente è “sull'orlo di un crack finanziario”, escludendo che ci siano grossi interessi sotto, viste le tante e belle parole ascoltate, l'unico modo in cui ci spieghiamo tanto accanimento nei confronti della conquista della poltrona è la chiamata vocazionale della Divina Provvidenza. Una moltitudine di missionari pronti a dare se stessi per il bene del paese, “senza nulla a pretendere”. Ebbene, di sacerdoti per fortuna ne abbiamo avuti davvero tanti a Spezzano, ma i missionari ci mancavano proprio.
Nonostante ciò, in tutto questo ci auguriamo che a vincere sia davvero la comunità e non solo il candidato con più familiari alle spalle. Perché crediamo profondamente nelle risorse che questa comunità e questo territorio posseggono. Abbattiamo i campanili e per una volta, invertiamo la rotta e risolleviamo insieme un paese che affonda lentamente nell'indifferenza di tutti.

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