Io non so se l’attuale amministrazione diretta da Giovanni Cucci gode di ottima salute come egli stesso proclama con insistenza e come è giusto che sia, oppure se la sua giunta, ad un anno appena dal festoso insediamento, annaspa tra forti difficoltà che lo costringono ad una navigazione a vista causata da non meglio identificate divergenze interne.
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Un altro fatto è anche certo: molti sostenitori della prima ora si sentono delusi dalla discrepanza fra promesse elettorali e provvedimenti adottati o non adottati e parlano apertamente di grande flop rispolverando, come sempre accade, il detto del “Si stava meglio quando si stava paggio”.
Naturalmente tutto ciò non significa nulla. È pur sempre possibile che chi si lamenta lo fa perché non ha ottenuto quei privilegi che da aperto sostenitore credeva di essersi guadagnato. Ma è anche vero che le critiche più aperte provengono dall’entourage familiare dello stesso vice sindaco che, nel corso di una conversazione informale, apertamente dichiara che se entro l’estate i rapporti all’interno della giunta non si chiariranno, potrebbe accadere l’irreparabile.
Certo inizio più burrascoso l’amministrazione Cucci non poteva avere. E sì che la chiara maggioranza in suo favore uscita dalle urne, doveva porlo al riparo da qualsiasi inciampo. Cucci con una buona esperienza da consigliere provinciale, circondato da una squadra giovane e motivata, si era presentato come il nuovo della politica locale. Ma, a quanto pare, un problema di visibilità interna sta scatenando problemi a catena in una giunta che pure era partita col piede giusto quando, mantenendo fede alla promessa elettorale, aveva deciso di auto ridursi l’emolumento mensile.
Ma successivamente, piccoli rancori che hanno coinvolto eletti e non eletti e qualche situazione personale che si trascina da anni, stanno avvelenando l’azione amministrativa che langue in mancanza, riteniamo, di una più autorevole azione coordinatrice del primo cittadino.
La stagione delle feste, delle Miss e delle sagre varie passerà presto. A settembre tutti i nodi verranno al pettine e non ci sarà più tempo per tergiversare. Spezzano tutta aspetta una rinascita annunziata da tempo, senza ricorrere a deleterie faide del tipo “chi non è con me è contro di me” che comportano l’applicazione della legge del taglione come mezzo sbrigativo per convincere gli avversari politici, piuttosto che la ragionevolezza del dialogo.
Spezzano, “Patria” di politici avversari della levatura di Giovanni Rinaldi e Gennaro Cassiani che hanno forgiato le menti e i cuori della generazione uscita dal secondo dopoguerra, meritano solo essere ricordati per la linfa democratica che hanno saputo infondere in ognuno di noi.

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