Navanteri
Telefoni cellulari, ripetitori per cellulari, ripetitori radio televisivi, elettrodotti ad alta tensione, impianti radar, elettrodomestici di casa, sono elementi che, tutti insieme, vanno ad accumularsi creando quello che generalmente parlando viene definito inquinamento elettro-magnetico o elettrosmog.
Secondo studi condotti in varie parti del mondo vi sarebbe una certa nocività dei campi elettromagnetici sulla salute umana ritenuti responsabili, in particolare, dell’insorgenza di leucemie e tumori vari. In merito bisogna precisare che non tutte le strutture hanno lo stesso grado di pericolosità che è direttamente connessa al tempo di esposizione e alla distanza dalla presunta fonte di inquinamento.
L’impatto ambientale e quello sulla salute dei cittadini originato dalle varie fonti di inquinamento elettromagnetico, (sia esso costituito da una linea ad alta tensione, un ripetitore televisivo o telefonico, oppure un semplice elettrodomestico, o altro ancora) fa, quindi, storia a sé e non si può generalizzare sulle ricadute negative che tali apparecchi possono avere sulla salute umana. Studi specifici hanno stabilito che il rischio di insorgenza di tumori e leucemie, specie nei bambini, si fa più concreto, quando i livelli di esposizione superano i 0,2uT (microtesla). I microtesla sono un sottomultiplo dei tesla, indicati con T. Mentre la potenza si misura in Watt, il tesla è l’unità di misura del campo magnetico (più precisamente dell’induzione magnetica) adottata dal sistema internazionale. In Italia, le regioni Abruzzo, Lazio, e Veneto hanno adottato tale limite di 0,2 microtesla circa l’esposizione ai campi magnetici, valore che è 500 volte inferiore rispetto alla normativa nazionale.
Certo sarebbe bello poter vivere in una sorta di “paradiso terrestre” senza pericoli di alcun genere. Ma siccome ciò non è possibile, bisogna accettare il principio che in tutte le realizzazioni scientifiche c’è sempre una percentuale di negatività. Vale, in sostanza il vecchio detto popolare che sostiene che non si può pretendere di avere contemporaneamente la botte piena e la moglie ubriaca. Non si può quindi recriminare se in una certa zona il segnale televisivo o quello del proprio cellulare sono talmente deboli da non permettere il loro perfetto funzionamento e nello stesso tempo pretendere la rimozione pura e semplice di un ripetitore. E’ però giusto e doveroso sapere fino a che punto il gioco vale la candela pretendendo che i vari enti che gestiscono queste strutture a rischio, assumano tutte le precauzioni che la tecnologia in continua evoluzione permette e che il buon senso e le leggi esistenti richiedono.
In sintesi le regole di difesa sono quattro: 1- Misurazione dell’entità della radiazione. 2- Distanza di sicurezza. - 3 Limitazione del tempo di esposizione. 4 - Schermatura della fonte, del sito abitabile o della persona. Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico, possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè un riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni. Un esempio è rappresentato dalle esposizioni a cui sarebbero soggetti gli utenti dei telefoni cellulari (principalmente quelli non di ultima generazione), che irradierebbero campi molto elevati durante la conversazione. Le esposizioni prolungate che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno quattro ore continuative, favorirebbero un effetto termico dovuto, probabilmente, all’interazione fra i messaggi elettrochimici dell’organismo e le onde elettromagnetiche, i cui campi provocherebbero piccole sollecitazioni, che, se frequentemente ripetute nel tempo, provocherebbero danni biologici.
Su tutta l’intricata materia, fa testo la legge quadro n° 36/2001 col relativo Decreto Attuativo dell’8/7/2003 che ha ridefinito, fra l’altro, i limiti di esposizione. Tale normativa che applica il cosiddetto “principio di precauzione” di cui all’art. 174 dell’Unione Europea, sancisce, altresì, il rispetto dell’art. 32 della Costituzione circa la tutela della salute.
In merito è opportuno seguire, per quanto possibile, i seguenti consigli: Quando si acquista o si costruisce una casa, constatare l’esistenza o meno nelle immediate vicinanze di linee ad alta tensione, cabine elettriche, ripetitori di segnali radio, televisivi o telefonici.
In casa, vale la regola della distanza minima di un metro da tutto ciò che funziona mediante corrente elettrica. (radiosveglia, segreteria telefonica, ecc.). E’ inoltre opportuno rispettare le seguenti precauzioni: non dormire sotto una termocoperta accesa; tenere i bambini ad almeno un metro di distanza dal televisore in funzione. Analoga precauzione da parte degli adulti per quanto riguarda i monitor dei computer. È sconsigliato, inoltre, sostare dietro lo schermo televisivo, anche se vi separa un muro. Tenere lontano i bambini da forni elettrici e ferri da stiro in funzione. Preferire l’utilizzo della lametta al rasoio elettrico. Tenere il phon il più possibile lontano dai capelli. Mantenersi ad almeno un metro e mezzo di distanza da termosifoni elettrici portatili. Ridurre al minimo i tempi di funzionamento dei piccoli elettrodomestici come tritatutto, tostapane, frullatori, e apparecchi per aerosol. Non posizionare la testata del letto a ridosso di una parete che contiene un quadro elettrico comandato dall’interruttore principale o che è attraversato da fili elettrici. È inoltre sconsigliato l’uso dell’auricolare del cellulare riducendo al minimo necessario i colloqui telefonici specie all’interno dell’auto e in modo particolare se l’antenna è montata all’interno dell’abitacolo. È infine opportuno sapere che i portatori di stimolatori cardiaci o altri impianti elettronici dovrebbero mantenersi ad una distanza di sicurezza dal cellulare di almeno 30 cm.
Senza volerci ulteriormente addentrare nella intricatissima ragnatela che regola la materia e senza voler creare inopportuni e facili allarmismi, v’è da dire che la prima precauzione resta, senza dubbio, quella dell’ubicazione di tali strutture (ripetitori) che dovrebbero essere collocati il più lontano possibile dai centri abitati e comunque sempre nel rispetto della esistente legislazione in materia.
E’ pur vero che spesso accade che un ripetitore oggi ubicato in aperta campagna, o nella estrema periferia di un centro abitato, dopo alcuni anni si ritrova circondato da case e scuole. Questo denota che, come talora avviene, ogni ente procede secondo i propri interessi, rimandando “sine die” la soluzione di problemi che andrebbero risolti in via prioritaria alla luce di un quadro complessivo di sviluppo sostenibile.
Si va così incontro ad un palleggiamento di responsabilità fra amministrazioni di enti diversi, per cui ognuno tende a scaricare il problema sulla controparte. Chi ci va di mezzo sono sempre i cittadini, ultimo anello – il più debole – della catena, le cui proteste servono solo ad attirare l’attenzione per un giorno: quanto basta a riempire qualche pagina di giornale.

L'Editoriale

Siamo pronti al cambiamento?

Quando nel mese di marzo del 2009 cominciai a pensare a un servizio di informazione per “il mio” territorio, ricordo che condivisi subito la cosa con il caro amico Raffaele Fera. Più avanti di me nell'età e ormai in pensione, non solo mi appoggiò...

Parresia

San Marco Argentano: la sanità pubblica che muore per rinascere privata

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Mala tempora currunt

L'angolo del Libro

Tu ami troppo o troppo poco?

Gusto e Benessere

Tartare di pesce spada con frutta fresca e quinoa

Banner Sidebar 2

banner prova sidebar